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Arma: d'azzurro alla banda di rosso orlata d'argento e caricata di tre stelle (8) il tutto d'oro, accompagnata in capo da una cometa (8) d'oro posta in palo ed in punta da una testa di moro, posata di profilo verso destra[1].        

La famiglia Ricciardelli è originaria di Pescocostanzo. Il von Lobstein l’annovera tra le famiglie nobili di Pescocostanzo. In questo centro è presente il Palazzo Ricciardelli del XVI secolo. Attigua al palazzo corre via Ricciardelli, strada dedicata a Nicola Ricciardelli, patriota risorgimentale, che per le sue idee liberali patì il carcere. Qui conobbe il Settembrini che lo citò nelle sue memorie. Nicola fu anche guardia nobile alla corte di Ferdinando II.

La lapide in ricordo di Nicola Ricciardelli, posta nell'omonima via, sulla facciata del palazzo

D. Bartolomeo Ricciardelli (+ 1785), figlio di Nicola e di D. Elisabetta Angeloni, sposò D. Susanna Nanni dei Baroni di Roccascalegna, (* Palena 1792, + Sulmona 1822, fu Bar. D. Raffaele e D. Anna Maria Corsi). Alla morte del Barone D. Lorenzo Angeloni, fu da lui istituito erede per 1/3 dei suoi beni feudali. Sua figlia Giulia Agata (* Pescocostanzo 1809), sposò D. Pietro Flaminio dei Baroni d’Alena.

La Famiglia Ricciardelli ottenne il riconoscimento dello stemma avito con decreto di riconoscimento del Capo del Governo, il 26/06/1937, a nome di Riccardo Ricciardelli[2].

Sul sito Fototeca Nazionale è possibile vedere alcune immagini relative ai seguenti ambienti interni ed oggetti del Palazzo Ricciardelli in Pescocostanzo: salone; cucina; camino.

Ingresso principale del palazzo in via Nicola Ricciardelli

  Particolare di Palazzo Ricciardelli (da via Bisanti), con i caratteristici balconcini "a pancia" in ferro battuto


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[1] Annuario della Nobiltà Italiana, XXX Ed., Casa Editrice S.A.G.I.

[2] Idem nota precedente.