Grazie all'Avv. Giuseppe de Cristofaro, ho avuto modo di conoscere un documento, da lui conservato, relativo alla costituzione e fondazione della Badia presso la chiesa parrocchiale di Frosolone, dedicata a Santa Maria del Monte Carmelo. Qui di seguito il testo del documento.
Narrativa
Riguardante la fondazione, e
Costituzione dotale della Badia, sotto il titolo de Sancta Maria de Monte
Carmelo, stabilita nella Collegiata e Parrocchiale Chiesa di S. Pietro Apostolo
del Comune di Frosolone, di dritto Patronato della Famiglia de’ B.ne
d’Alena.
Il B.ne D. Donato d’Alena Seniore fondò una Badia sotto il titolo di S. Maria del Carmine con la erezione di un’Altare sotto l’istesso titolo nella Collegiata, e Parrocchiale Chiesa di S. Pietro Apostolo del Comune di Frosolone, Sua Patria, quel vivo desiderio ch’egli nutriva di dimostrare con esempi di fatto la immensa divozione che portava alla Beatissima Vergine Maria, e per stabilire un mezzo perenne, ed efficace di Suffragi, e per dare un lustro maggiore alla Sua famiglia, e per costituire in fine uno stato più comodo e decente per quel discendente, che avesse desiderato abbracciare lo Stato Ecclesiastico, e lo dichiarò come dall’istrumento di fondazione del dì 26 del mese di ottobre dell’anno 1718 per N. Felice Mezzanotte Seniore dell’istesso Comune di Frosolone, di assolito dritto patronato di Sua Famiglia, e con tutte quelle disposizioni ch’egli il fondatore potè credere necessarie a fine di dare de’ giusti provvedimenti a’ casi di bisogno che in prosieguo potevano nascere, e per eliminare ancora le collisioni che avessero potuto insorgere nell’andare de’ tempi tra i suoi Discendenti: Ad ottenere quindi lo scopo proposto la corredò di fondi, e capitali come si osserverà nello Statino qui d’appresso descritto, ed in perfetta corrispondenza dell’antica platea stabilita nell’istesso tempo della fondazione che conservasi con tutte le altre carte di corredo nell’archivio della famiglia d’Alena. Nel medesimo tempo dispose che a carico del frutto della di già costituita rendita l’Abbate pro tempore avesse dovuto scrupolosamente curare la celebrazione di due messe piane nel corso di ogni settimana, e propriamente ne’ giorni di Domenica, e di Mercoledì in suffragio della sua anima, e de’ suoi Congiunti. Dippiù dispose che l’Abbate avesse curato ancora l’adempimento della celebrazione d’una messa parata, e de’ primi, e secondi vesperi nella ricorrenza del titolo di fondazione, che si sollennizza nel giorno 16 Luglio di ogni Anno. Raccomanda in fine la divozione dell’Abbate la buona tenuta della Cappella gentilizia di sua famiglia, nella quale l’altare trovasi eretto, e che si è detto forma parte della Collegiata e Parrocchiale Chiesa di S. Pietro Apostolo.
Dopo il decesso del
fondatore trasportato dall’istesso desiderio di Cristiana devozione, e
facendosi carico ancora degli altri ragionati motivi, per i quali era stata
fondata una tale Badia, il B.ne Domenicantonio Seniore
suo figlio unitamente ai suoi germani
dispose una seconda dotazione come chiaramente
osservasi nel secondo istrumento di dotazione stipulato da N. Domenicantonio
Mezzanotte del comune medesimo di Frosolone nel giorno 15 Ottobre dell’anno
1760, e come rilevasi ancora dall’antica Platea, dalla quale è stato estratto
il seguente Statino dotale, composto di altri Capitali a carico del Credito di
ducati 5200, che la Famiglia d’Alena vantava sul Marchese di Spinete, e come a
tutta chiarezza risulta da’ diversi Istrumenti di assegnazione stipulati
dall’istesso N. D.co Mezzanotte, obbligando strettamente la risponsabilità
della coscienza dell’Abbate, di adempiere benanche a tutti gli altri obblighi
dichiarati nel citato istrumento della seconda dotazione, consistenti nella
celebrazione di due messe piane in ogni Settimana, la prima in suffragio della
sua anima, e al suo germano D. Girolamo Abbate d’Alena Seniore, ed un’altra
messa in beneficio dell’anima di sua sorella germana D. Teresa Seniore.
Sottopone inoltre l’Abbate all’obbligo di dover presentare al Vescovo della
Diocesi di Trivento, precisamente nel giorno 28 Luglio dedicato a SS. Protettori
della Città, Diocesi Nazario,
Celso e Vittore, una torcia di cera pura del valore di carlini cinque
nell’atto del bacia mano, che in ogni anno ricorre in quel giorno in attestato
di venerazione, e sommissione all’Autorità Vescovile. E finalmente impone
all’Abbate l’obbligo di presentare allo stesso Ordinario della Diocesi al
termine di ogni Anno lo Stato della celebrazione delle messe nel modo come
trovasi disposto tanto con l’istrumento della prima dotazione, che con
l’altro della seconda in conformità della Platea.
Per dare un ragguaglio di
maggior chiarezza relativamente alla Costituzione della prima dotazione si fa
osservare a tutti gl’Interessati Compadroni, che i Cespiti che si trovano
stabiliti col primo Istrumento, e con la platea antica riportati nel citato
Statino, appartengono esclusivamente alla famiglia Baronale d’Alena del Comune
di Frosolone. I Capitali poi che si trovano assegnati con diversi istrumenti, e
riportati nella platea antica, che stabiliscono la costituzione della seconda
dotazione appartengono alla Famiglia
Baronale d’Alena, dimorante nel Comune di Macchia d’Isernia, per
essere stati menati nel tempo dell’antica Divisione delle due famiglie, a
carico di quella
mettà del Capitale sul Marchese di Spinete, che spettò al
Coerede D. Filippo d’Alena Seniore, B.ne di quel Feudo di Macchia
come chiaramente apparisce da legali documenti, e siccome nell’istrumento
di quella Divisione fu convenuto tra i Condividendi che l’Abate pro-tempore a
qualunque delle due famiglie fosse mai appartenuto, avrebbe riunito a sé i
dritti tutti, come ancora gli obblighi dichiarati da’ due procitati istrumenti
di dotazione, così che l’Abate D. Filippo d’Alena si protesta nella più
alta maniera, che sarà per mettere in prattica tutti quei mezzi che la legge
vigente sarà per prestargli a difesa della fondazione di detta Badia, e delle
sue ragioni nascenti non solo dal testè citato istrumento, come ancora de’
due istrumenti di costituzione dotale, e dalla platea antica. Or essendo stato
il tutto messo in chiaro, e correndo l’obbligo all’Abate sotto la più
stretta sua responsabilità, di prendere esatto conto dell’adempimento di
tutte le obbligazioni stabilite da’ su’ indicati istrumenti, e specialmente
per la parte della celebrazione delle messe; si crede perciò l’Abate nel
pieno dritto di pretendere da’ rispettivi Coeredi Compadroni, e la
restituzione di quella tangente di rendita proveniente dalla dotazione di detta
Badia, che indebitamente è stata finora goduta, o la presentata di legali
Certificati, che a tutta esattezza dichiarassero l’adempito obbligo, e
precisamente della celebrazione delle messe, in corrispondenza sempre del
numero, e della qualità dell’applicazione, come trovasi disposto ne’ citati
istrumenti, e siccome dall’epoca de’ 21 Settembre del 1822, quando avvenne
il decesso del B.ne fu Donato d’Alena, comune genitore de’ Coeredi
Compadroni del Comune di Frosolone, non fu più curata la investitura
dell’Abate, la sana ragione mista a’ dettami della vera morale, il dovuto
rispetto ancora all’onorata sua memoria esigono rigorosamente, che il tempo
dal quale deve incominciare l’adempimento della celebrazione delle messe, sia
appunto quello che viene designato dalla morte del comune genitore, accordandosi
dall’Abate ai Coeredi Compadroni il tempo di un anno abbastanza sufficiente
per la presentata de’ certificati, e che comincerà a scorrere dal giorno, in
cui l’Abate sarà riconosciuto, e rivestito di tutt’i suoi dritti. Una tale
disposizione di quasi convenzione avrà il suo valore soltanto per i Compadroni
della famiglia d’Alena del Comune di Frosolone, e non mai per l’altra
famiglia del Comune di Macchia d’Isernia, per la quale l’Abate si fa
espressa riserva per tutte le ragioni che l’assistono. E siccome costa
scientemente all’Abate che taluni Compadroni del Comune di Frosolone hanno in
parte adempito nel tempo passato ad un tal obbligo, e che in oggi con maggior
calore ed esattezza ne cureranno l’adempimento per la sola parte degli
obblighi, che si dovevano adempire nel tempo già passato; così da questo
momento l’Abate dichiara che ne riconoscerà la celebrazione, ma previo sempre
la consegna de’ Certificati, che dovrai essere benanche presentati al Vescovo
della Diocesi per farvi apporre il suo visto di piena soddisfazione, in
corrispondenza del disposto negl’Istrumenti di Dotazione e fondazione.
Resta pur dichiarato, e conchiuso tra l’Abate, ed i Coeredi Compadroni, che riconoscendosi in prosieguo qualche altro Cespite che alla Badia appartenesse, se ne dovesse fare prontamente la restituzione da Colui che ne fosse in possesso: in egual modo che se tra quelli assegnati alla Badia ve ne fosse qualcuno, che appartenesse ai beni liberi dell’asse ereditario paterno con l’istessa esattezza di corrispondenza, l’Abate ne dovrà prontamente fare la restituzione a chi di dritto. E finalmente dichiarato che non potendosi ulteriormente soffrire dal decoro, e dalla coscienza de’ Coeredi compadroni di trascurarsi di vantaggio la investitura dell’Abate che sarebbe ormai il segno d’evidente disprezzo della volontà de’ fondatori, e dinegato suffragio alle di loro anime, di restare fermamente stabilito, che sia riconosciuto l’Abate immancabilmente dal giorno nel quale sarà firmato e legalizzato il presente Progetto Divisionale