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Il cognome Sanza potrebbe essere d'origine spagnola. Scipione Ammirato, nel suo libro Delle famiglie nobili napoletane, menziona la famiglia Sanz che venne in Italia al seguito di Alfonso d'Aragona. Pietro Sanz, primo esponente conosciuto di questa famiglia, ottenne dal re, il 4 agosto del 1435, alcuni beni in Napoli, a titolo di ricompensa per i servigi resi. Suoi figli furono, probabilmente, Arnaldo, Martino e Bernardo. Il primo fu castellano di Castelnuovo in Napoli, nel quale subì l'assedio dei francesi, ed acquistò per 7.500 ducati il feudo di Caivano, compera che fu ratificata dal re il 22 settembre del 1452. Conservò l'incarico di castellano di Castelnuovo per tutta la vita, e addirittura il sovrano estese questo beneficio a suo figlio Alfonso. Ad Arnaldo il re concesse anche i benefici fiscali, iura foculariorum, di Montella, Bagnoli e Cassano, con facoltà di trasmetterli ai suoi discendenti in perpetuo. Le liberalità del sovrano nei confronti di Arnaldo ed Alfonso Sanz, proseguirono con il riconoscimento ad Arnaldo, nel 1462, quattrocento ducati l'anno di entrata sopra la dogana di Napoli, e ad Alfonso mille ducati annui di rendita sopra le entrate della dogana di Napoli. I fratelli di Arnaldo, Bernardo e Martino, furono entrambi castellani di Roccaianula sopra S. Germano. Bernardo fu beneficiato dal re Alfonso, il 2 aprile del 1456, con ottocento ducati l'anno, per averlo fedelmente servito contro i nemici, mentre il re Ferdinando, nel 1459, stabilì che le entrate dei fuochi di S. Germano venissero pagati interamente al Sanz. Arnaldo Sanz, sposò Maria Mugnoz, dalla quale ebbe quattro figli: oltre il già citato Alfonso, che nel 1482 comprò dal sovrano le baronie di S. Lucido, Montebello e S. Giovanni, ebbero altri due maschi, Pietro e Raimondo, e due femmine, delle quali Bianca sposò Sancio d'Ayerbo, e l'altra, di cui non è noto il  nome, Giovanni Carafa della Spina, conte di Policastro. Alfonso Sanz, sposò Diana di Milà, che alla sua morte (avvenuta prima del 28 giugno 1484) chiese ed ottenne dal re di potersi intestare il feudo di S. Lucido. Pietro Sanz, fu cavaliere gerosolimitano, ed ebbe in dono dal re, come remunerazione per i servigi resi dal padre Arnaldo,  nel 1484, duecento ducati d'entrata sui pagamenti fiscali e sulla dogana del sale della baronia di S. Lucido. Nel suo testamento, vergato a Venosa (di cui doveva essere Balì) nel 1492, Pietro Sanz stabilì che suo fratello Raimondo venisse seppellito nella chiesa di Monte Oliveto in Napoli, dove riposavano anche le spoglie mortali del loro genitore Arnaldo.

Il cognome, poco diffuso in Italia, è maggiormente presente in alcuni comuni a ridosso tra l'Abruzzo e il Molise, in Lazio, Campania e Basilicata. In quest'ultima regione, nel comune di San Mauro Forte, in provincia di Matera, esiste un palazzo che appartenne ad una famiglia di Sanza, originaria del luogo. L'edificio è stato riconosciuto di particolare interesse storico-artistico, con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, datato 16 dicembre 1998.

Il Catasto Onciario di San Pietro Avellana, del 1749, evidenzia la presenza di sei nuclei familiari, e precisamente quelli di:

1) Amico di Sanza, 64 anni, sposato con Donata di Iullo: il nucleo familiare, residente in via S. Rocco, era composto da due fratelli del capofamiglia, Cristoforo e Giuseppe, dai suoi quattro figli, Anselmo, Pasquale, Lorenzo e Roberto, e dalla moglie e dalla figlia di quest'ultimo, cioé Liberata Colajanni e Cesara;

2) Benedetto di Sanza, 42 anni, sposato con Liberata Mariani: il nucleo familiare, residente in via Fontanella, era composto da suo fratello, Savino, sposato con Rosa di Cianno, e dai suoi tre figli, Donata, Giovanni Filippo e Maddalena;

3) Carmine di Sanza, 44 anni, sposato con Giovanna Ruotolo: il nucleo familiare, residente in via Fontanella, era composto dai suoi quattro figli: Rosamaria, Filippo, Maria e Pasquale;

4) Francesco di Sanza, 60 anni, sposato con Marta Giancola: il nucleo familiare, residente in località Apprezzo, era composto da sua sorella, Antonia, e da suo figlio Vittore;

5) Silverio Sanza, 26 anni: il nucleo familiare, residente in via Fontanella, era composto dai suoi tre fratelli, Giuseppe, sposato con Caterina Frazzino, Domenico e Liberata;

6) Domenica di Sanza, abitante con la cognata Palma (?).

Nel Catasto Onciario del 1749, compaiono i nomi di Benedetto di Sanza, camerlengo, e Amico di Sanza, elencati rispettivamente tra gli amministratori e tra gli apprezzatori cittadini di San Pietro Avellana. Nel 1769, invece troviamo i nomi di Giandomenico di Sanza, sindaco, e Lorenzo di Sanza, deputato del primo ceto.

Fra i sindaci di San Pietro Avellana si ricordano: Pasquale di Sanza (1865-1866) che insieme a Gennaro Mariani fece edificare la Fontana Grande, nei pressi della Chiesa madre; Domenico di Sanza (1870-1871); Ambrogio di Sanza (1877-1878); Cristoforo di Sanza (1884-1886); Gennaro di Sanza (1929-1935); Giuseppe di Sanza, Commissario Regio (1940-1943).

Al clero sanpietrese appartennero D. Giuseppe (1852-1862) e D. Domenico di Sanza (1892-1898).

Un documento del 1873, riguarda Sabatino di Sanza, del fu Germano, che viene nominato, con deliberazione del consiglio comunale del 12 giugno 1873, membro della Congregazione di Carità di San Pietro Avellana.