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D'EBOLI o D’EVOLI

 

Feudi posseduti:

-          Molise: Bagnoli del Trigno, Campochiaro, Capracotta, Carpinone, Casalciprano, Castel del Giudice, Castellino del Biferno, Castelmauro, Castelpizzuto, Castropignano (dal 1345 all’eversione feudale), Civitanova del Sannio (1354), Frosolone, Longano, Mafalda, Molise, Monteroduni, Oratino, Pescolanciano, Pietracupa, Roccamandolfi (1269 - fine sec. XIII ca.), Roccasicura o Roccacicuta (dal 1552 all’eversione feudale), Rocchetta al Volturno, Salcito, San Biase, Trivento (1309, ca.), Accucciolo, Castelluccio, Covatta, Macchia Spinete, Macchia Strinata, Monteforte, Montemiglio, Pascoli di Ripalba, Spelonca,  Spitaletto, Spronasino (1415)  Vicennepiane (1553 – fin dopo il 1568), Roccaspromonte.

 Titoli:

-       Duca di Castropignano (titolo passato nel XIX sec. in casa d’Afflitto per il matrimonio di Luisa d’Eboli con Pantaleone d’Afflitto);

-       Conte di Trivento (titolo che passò nei primi anni del XV secolo in casa Caldora per il matrimonio di Medea d’Eboli con Giacomo Caldora);

-        Barone di Roccasicura;

 

Principali Residenze:

-         Napoli;

 

Arma: inchiavato di nero e d’argento.

 

Stemma dei d’Eboli, partito con quello di altra famiglia (Cicinelli?)

 

Famiglia antichissima il cui capostipite viene identificato in Ebolus, che ebbe come ascendenti Roberto il Guiscardo e la famiglia Sanframondo. Secondo alcuni questa famiglia avrebbe invece un’ascendenza longobarda. I d’Eboli furono ascritti al patriziato napoletano nei seggi di Porto e Capuana ed ebbero il titolo comitale fin dal 1080. Nel 1671 gli Evoli Conti di Trivento risultano ascritti tra le famiglie nobilissime della Città di Napoli che non godevano di seggio.

 

Fra i più antichi rappresentanti si ricorda Tommaso d’Eboli che nel 1281 risulta titolare feudale di Carpinone. Nel 1269 Carlo d’Angiò gli concesse le terre di Castelpizzuto e Roccamandolfi, la quale ultima detenne, unitamente a Berengario di Tarascona, fin verso la fine del XII sec. Tommaso fu anche feudatario di Monteroduni, per il quale ebbe come successore il figlio Pietro (fin dal 1308), ed in seguito il figlio di quest’ultimo, Enrico, che ne fu titolare dal 1319.

 

Il nucleo principale della famiglia, dal quale si diramarono gli altri, è quello di Castropignano, il cui capostipite fu Giovanni d’Eboli (+ 1396). Egli era già barone di Frosolone (nel 1350 ne risultà titolare per la metà), e di una metà di Castropignano, quando nel 1345 riunì sotto il suo dominio anche l’altra quota,acquistandola dalla cognata Tomasia o Tommasella di Castropignano che ne era titolare. Sposò Clarice, figlia di Vico di Castropignano.

Con atti stipulati negli anni 1354 per Notar Ragone di Frosolone e nel 1360 per Notar Garganus d’Isernia, unificò, con l’assenso della Regina Giovanna, anche le quote del feudo di Civitanova del Sannio che la famiglia detenne fino al 1443. Giovanni era figlio o fratello di Guglielmo d’Evoli Conte di Trivento. Suo figlio Andrea, per motivi politici, non ottenne la ricognizione dei feudi paterni che passarono direttamente al nipote (figlio di Andrea) Antonio che ne ottenne, invece, la ricognizione da Alfonso I d’Aragona unitamente al titolo comitale sul luogo.

Antonio partecipò al parlamento generale indetto dallo stesso sovrano nel 1442, per stabilire le contribuzioni fiscali. Nel 1415 risulta titolare di Rocchetta al Volturno, che gli fu usurpata dai Caldora qualche anno dopo. Nel 1443 è invece titolare del feudo di Castellino del Biferno. Probabilmente fu lui che nel 1443 acquistò da Bartolomeo Carafa il feudo di Capracotta, che rimase alla famiglia d’Eboli per circa un secolo e mezzo. Suo figlio Andrea (+ 1475), sposò Emilia Pandone (sorella di Francesco, Conte di Venafro). Nel 1450 ottenne in dono dal padre Castellino del Biferno, che conservò fino al 1465 epoca in cui gli venne probabilmente confiscato in seguito all’insuccesso di Giovanni d’Angiò nell’impresa di conquista del Regno. Fu feudatario di Casalciprano dal 1457, feudo che il suo successore alienò alla famiglia Mazzacane. Nel 1457 Alfonso I d’Aragona lo nominò titolare del feudo di Mafalda.

Suo figlio Carlo (+ 1483) fu il successivo titolare per Castropignano. Sposò Maria Carafa da cui nacque Andrea (+ 1526). Da un atto del 29 luglio 1521 risulta aver acquistato dagli eredi di Salvitto Carfagna i feudi della Cococciola, Pizzo, Spedaletto e S. Giovanni Montemiglio.

A lui seguì Giovan Vincenzo (+ 8 nov 1567) che fece costruire a proprie spese la Chiesa di S. Maria delle Grazie a Castropignano. Sposò Aurelia Carafa dalla quale ebbe quattro figli:

a) Andrea: venne designato come erede per Castropignano, ma in realtà l’ottenne, solo dopo essere stato riabilitato dalla condanna di fellonia in cui era incorso. Egli infatti era stato fuorgiudicato ed i feudi dati in possesso a sua figlia Aurelia fin dal 1568. Dopo la riabilitazione, Aurelia provvide (1574), alla refuta, in favore del padre[1] dei feudi di Castropignano, li Casali, la Rocc’Aspromonte, la Covatta, Civitanova Capracotta, e la Terra nominata Speronasino con li Casali inabitati nominati S. Bartolomeo, S. Biase, Scalzabocca, Macchialonga, le Fucine, Pesco Venafri, le Vicenne Piani, e la Spelonca in Provincia di Contado di Molise, et l’infrascritti Casali, seu feudi inabitati nominati Castelluccio, La Macchia Monteforte, Spitaletto, Valle Montemiglio et l’Accucciolo. Andrea aveva sposato una figlia di Giovan Vincenzo Crispano ed in occasione delle nozze, suo padre nel 1553, gli donò diverse terre e feudi tra cui quello di Vicennepiane[2] e S. Giovanni di Montemiglio.

b) Cesare (Castropignano 1532, + 1598 a Betanzos in Spagna). Ebbe il grado di Capitano Generale Governatore ed il trattamento di 500 ducati al mese. Ottimo soldato e dotato di estesa cultura, pubblicò varie opere: De Divinis attributis per i tipi di Francesco Ziletti, Venezia 1573; De causis anthipatiae et simpatiae rerum naturalium, 1580; Ordinanze, Battaglie ed Alloggiamenti di Campagna, per i tipi di Tito e Paolo Diano, Roma 1586; Apologia in difesa di suor Orsola Napoletana e De modo et potestate quo doemones habent intelligenti  ac commovendi conceptus animae, passionis appetitus, entrambi del 1589;

c) Antonio, Barone di Ripalta. Suo figlio Giovanni sposò la cugina Aurelia (figlia di Andrea d’Eboli di Castropignano);

d) Aurelia

 

 

Alla morte di Andrea d’Eboli, venne istituita sua erede nei feudi la figlia Aurelia (+ Civitanova del Sannio 17 nov 1603). Sposò il cugino Giovanni d’Eboli di Ripalta (figlio di Antonio). Poiché Aurelia e Giovanni non ebbero figli, Castropignano passò al germano di Giovanni, Carlo.

Carlo sposò Eleonora Carafa dei Principi di Sepino da cui ebbe due figli Francesco ed Andrea. Quest’ultimo venne ucciso durante i moti popolari di Napoli, capitanati dal Masaniello, mentre Francesco, fuggito all’eccidio, si rifugiò a Castropignano dove ebbe ospite il Duca d’Oratino ed altri feudatari scacciati dai loro feudi dal generale Mannara. Impiantò presso il mulino ducale una cartiera che iniziò a funzionare nel 1645 ma venne distrutta in seguito dall’alluvione del 20 e 21 settembre 1811. Francesco morì prima del 1650, lasciando la moglie,Giovanna Carafa, tutrice dei suoi 4 figli.

Tra essi vi era Carlo, titolare di Castropignano nel 1671. Dal matrimonio con Marianna Miroballo non ebbe figli e quindi suo fratello Domenico (+ 1743), subentrò come titolare del feudo che lasciò a suo figlio Francesco, celebre nella storia della prima metà del XVIII sec. per aver partecipato alla conquista del Reame ai servigi di Carlo III di Borbone. Francesco Duca di Castropignano iniziò la sua carriera politica nel 1707 quando il conte di Daun s’insediò a Napoli come Vicerè, instaurando il dominio Austriaco. Decise, quindi, di andare in esilio in Spagna, unitamente ad altri nobili napoletani. Qui fu benevolmente accolto dal Re Filippo V e vi rimase per ventisette anni, durante i quali raggiunse il sommo della gerarchia militare ottenendo il grado di Tenente Generale nelle In fanterie. Nel 1734 tornò in Italia per seguire la campagna di riconquista, durante la quale ottenne molti successi. Quando gli austriaci furono costretti a ritirarsi a Capua, Gaeta e Pescara, egli fu inviato contro quest’ultima che fece capitolare il 23 luglio 1734, catturando l’intera guarnigione.

Nel 1740 venne inviato come ambasciatore a Versailles, ma dopo pochi mesi fu richiamato poiché Carlo III volle nominarlo in sostituzione del defunto Duca Charny, Capitano Generale del Regno. Come tale intervenne nella campagna per la successione al trono d’Austria e con una rapida e decisa azione riuscì a decidere le sorti della giornata di Velletri che consacrò definitivamente l’avvento della nuova monarchia.

Sposò Zenobia Revertera dei duchi della Calandra, che insieme all’illustre marito dimorava a corte. Sembra che la Revertera esercitasse un certo predominio sulla regina Amalia, di cui si accorse lo stesso sovrano. Francesco morì a Napoli nel febbraio del 1758.

Mariano, suo figlio, fu Colonnello delle Guardie Italiane. Sposò Luisa Gargano, ultima della stirpe dei Marchesi di Frignano e Montefalcone. Fu l’ultimo titolare del feudo e la sua unica figlia, Luisa sposò Pantaleone d’Afflitto d’Ariano che assunse il titolo di Duca di Castropignano.

 

 

I d’Eboli Conti di Trivento

 

 

Secondo il Della Marra, il feudo di Trivento pervenne in casa d’Eboli per acquisto fattone da Guglielmo d’Evoli, nel 1313, nei confronti di Margherita di S. Giorgio. Il Summonte, invece ritiene che Trivento venne assegnato da Re Roberto a Nicolò d’Evoli nel 1309, insieme al titolo comitale sul luogo. Il figlio di Nicolò, Guglielmo, fu Cavallerizzo Maggiore alla Corte di Re Roberto e nel 1326 seguì a Firenze il Duca di Calabria. La spedizione dovette rientrare poiché in quello stesso anno l’imperatore Ludovico scese in Italia, occupò Roma e per vendicarsi del pontefice Giovanni XXII che aveva ostacolato la sua elezione ad imperatore, nominò l’antipapa Nicola V, dal quale si fece incoronare.

Il cardinale Napoleone Orsini con l’aiuto di Guglielmo d’Evoli che era al comando di 800 cavalieri, riuscì a ripristinare l’autorità della legge e scacciare antipapa ed imperatore da Roma. Questa missione valse al Conte di Trivento la nomina a Senatore di Roma, carica di solito riservata ai membri più eminenti del patriziato. In seguito, però, Guglielmo fu compromesso nell’uccisione del principe Andrea d’Ungheria (Aversa, 1345), consorte di Giovanna I, e per tale motivo venne privato del feudo che fu devoluto al demanio. In seguito però, avendo parteggiato i d’Eboli per il Re Ladislao, ed avendo questi ottenuto la vittoria, restituì il feudo di Trivento a Francesco d’Evoli, anche in conseguenza del fatto che Giovanni dè Trinci (che era stato nominato al suo posto) fu ucciso nel 1411. Francesco ebbe come unica figlia Medea la quale sposò Giacomo Caldora (+ 1439) da cui ebbe Antonio nato probabilmente a Trivento nei primi anni del XV secolo. In questa casa si estinsero i d’Eboli, Conti di Trivento.

 

I d’Eboli Baroni di Roccacicuta (Roccasicura)

 

Nel 1552 i Carafa alienarono il feudo di Roccasicura ad Oliviero d’Eboli, figlio di Andrea (+ 1526) e Lucrezia Monsellini, che sposò Giulia della Castagna. I successivi titolari del feudo furono:

1)     Giovan Girolamo, titolare dal 1558; sposò Grazia di Sangro;

2)     Oliviero (figlio del precedente), in vita nel 1586, sposò Isabella Carafa da cui nacque il successivo titolare di cui s’ignora il nome ed a cui successe il figlio;

3)     Oliviero, in vita e nel titolo nel 1648 come risulta dalla situazione fiscale di quell’anno;

4)     Sebastiano;

5)     Carlo (viv. 1733) figlio o fratello del precedente[3];

6)     Fortunato (+ 1783), figlio di Sebastiano;

7)     Sebastiano, figlio del precedente;

8)     Filippo (+ 1834), fratello del precedente. Sposò Anna Grassi dal cui matrimonio nacque Teresa (n. 1785, + Roccasicura 1862) che sposò Lorenzo Angeloni barone di Montemiglio.

 

 

Il castello d’Eboli a Castropignano

 

Il maniero d’epoca normanna, che domina l’abitato di Castropignano, fu ampliato e fortificato dalla famiglia d’Eboli fin dal XIV secolo. Il castello ha pianta quadrata ed è situato nel mezzo d’una grande spianata che sul versante del fiume Biferno cade a strapiombo sulla vallata sottostante e sulla quale si affaccia una delle due torri del maniero, mentre l’altra è situata a difesa dell’entrata principale. Il portale, che si apre ad un’estremità del prospetto anteriore, è sormontato dall’arma della famiglia d’Eboli. Una lapide datata 1683, ricorda l’esecuzione della scalea a due rampe con balaustra e colonnine in pietra di Pietracupa, eseguita da Silvestri di Sepino.

I d’Eboli alienarono il castello nel 1821.

Il castello di Castropignano (da www.mondimedievali.net )

 


 

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[1] Relazione del Razionale Giovanni Pariente per il feudo di S. Giovanni di Montemiglio, del 16 dicembre 1721.

[2] Relazioni dei Razionali Giovanni de Tomaso (11 lug. 1733) e Nicola de Natale (4 apr. 1740).

[3] Presente in documenti della Dogana di Foggia, per l’anno 1733, con l’indicazione di Barone di Roccacicuta.